Efficienza energetica, le novità in arrivo
L’Italia è messa bene in quanto a efficienza energetica, avendo raggiunto con largo anticipo l’obiettivo che si è data per il 2020 e contando su un ventaglio molto ampio di misure. Ma si può e si deve fare molto di più: il target della SEN(Strategia Energetica Nazionale) è palesemente troppo poco ambizioso e gli strumenti per promuovere il risparmio energetico, se in alcuni casi hanno portato risultati notevoli, in altri casi restano in parte ancora inerti per diversi vuoti normativi, lasciando il settore a combattere per superare il principale ostacolo che ancora da considerarsi come il principale, quello dell’accesso al credito.
Il convegno organizzato giovedì 19 novembre Roma dal Kyoto Club sugli strumenti finanziari per l’efficienza energetica è stato un’ottima occasione per fare il punto della situazione di questo comparto strategico e anticiclico che – stima l’associazione – muove un volume d’affari medio annuo di circa 5.200 milioni di euro.
In particolare una fotografia delle misure attive e in arrivo e dei risultati ottenuti è stata data dall’intervento dell’ingegner Mauro Mallone, direttore della divisione Efficienza Energetica del Ministro dello Sviluppo Economico (in basso il link alle presentazioni).
Come detto, siamo in anticipo sull’obiettivo stabilito al 2020 dalla SEN, o meglio – come ha osservato Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club – “la SEN è inadeguata e va riscritta”. Secondo la Strategia, infatti, dovremmo ridurre entro il 2020 i nostri consumi fino a 158 milioni di tonnellate di petrolio equivalente, ma già al 2013 eravamo scesi a 153.
Se un ruolo nel tagliare i consumi ce l’ha avuto senza dubbio la crisi, le politiche per l’efficienza energetica nel triennio 2011-2013 hanno portato ad una riduzione della domanda di 3,7 Mtep, ha spiegato Mallone che ha presentato un utile riepilogo di tutte le misure appena approvate. Vediamolo:
- Come abbiamo scritto, fino al 4 dicembre sono in consultazione due nuovi documenti sull’efficienza energetica in edilizia: la STREPIN – Strategia nazionale per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e il PANZEB – Piano d’azione nazionale per incrementare gli edifici a energia quasi zero.
- Dal 1 ottobre 2015 sono in vigore nuovi requisiti minimi più sfidanti per gli edifici che, secondo il MiSE, comporteranno un miglioramento medio dell’indice di prestazione energetica del 35-45%. Dalla stessa data sono in vigore le nuove linee guida per l’attestato per la certificazione energetica APE.
- Nel Collegato Ambientale approvato al Senato ci sono misure per il Green Public Procurement, che prevede anche l’obbligo della pubblica amministrazione centrale ad acquistare esclusivamente prodotti, servizi ed edifici ad alta efficienza energetica. Non sono le prime regole sugli acquisti verdi della PA, si è commentato al convegno, e le precedenti non sono state molto rispettate.
- La Legge di Stabilità 2016 (qui il testo del maxiemendamento votato con la fiducia al Senato) proroga per tutto l’anno prossimo le detrazioni fiscali del 65%per l’efficienza energetica note come Ecobonus. Tra le novità commentate positivamente al convegno l’estensione dell’accesso al meccanismo aicondomini e agli interventi su beni strumentali delle aziende. Oggetto di critiche portate da più parti, il breve orizzonte temporale della proroga, arrivata per l’ennesima volta a misura in scadenza. Lo stesso Mallone ha ammesso poi l’esigenza – per ora inascoltata dal Governo – di rivedere il meccanismo, rimodulandolo, ad esempio premiando meno interventi già popolari come la sostituzione dei serramenti e maggiormente altri più impegnativi come le deep renovation.
- Altra misura sul tavolo è il Programma per la riqualificazione energetica degli edifici della PA centrale, introdotto dal decreto 102 del 2014 che recepisce la direttiva UE sull’efficienza energetica. Come sappiamo prevede, dal 2014 al 2020, di riqualificare almeno il 3% annuo della superficie dei circa 3500 immobili (per 13 milioni di m2) occupati dalla PA centrale, circa 400.000 m2. La spesa è stimata in 541 milioni di euro e il Governo ha già messo in campo 355 milioni, sono state lanciate due “call for projects” (ottobre 2014 e luglio 2015) e – ha riferito Mallone – è in corso la valutazione dei progetti presentati (in tutto 157 per circa 113 milioni di euro).
- Altro fronte su cui sono sono in arrivo novità è quello del Conto termico, meccanismo incentivante che ha avuto finora scarso successo e per il quale il D.lgs. 102/2014 introduce alcune innovazioni ancora da attuare. La concertazione sull’atteso nuovo DM che tiene conto degli esiti della consultazione pubblica “è in fase conclusiva”, ha annunciato l’esponente del MiSE.
- Altra misura prevista dal decreto 102/2014 la cui attuazione tarda è il Fondo per l’efficienza energetica, di natura rotativa, per la concessione di garanzie e/o finanziamenti per investimenti in efficienza energetica (reti di teleriscaldamento, riqualificazione energetica edifici della PA, ecc.). La dotazione del fondo è di circa 70 milioni di euro l’anno per il periodo 2014-2020, che però al momento sono ancora bloccati, perché mancano i decreti attuativi, in ritardo di oltre un anno. Mallone anche qui ha annunciato che si è in fase di concertazione e che le regole mancanti dovrebbero arrivare a breve.
- Tra gli strumenti per facilitare l’accesso al credito si è citato il Fondo Kyoto, che ha una dotazione di 350 milioni di euro destinati al finanziamento a tasso agevolato di interventi di riqualificazione energetica degli edifici scolastici e universitari. Un fondo che però, come è emerso dalla presentazione di Valter Meneghini della Cassa Depositi e Prestiti (ente che lo gestisce), resta al momento di fatto quasi inutilizzato (erogati solo circa 6 milioni su 350) “perché i Comuni sono di fatto impossibilitati ad accedervi”.
- Novità sono in arrivo per i Titolli di Efficienza Energetica o TEE, noti comeCertificati Bianchi, uno degli strumenti incentivanti che ha avuto più successo. Come sappiamo si è conclusa la consultazione pubblica sulle nuove linee guida, per alcuni aspetti criticate dagli operatori.
- Data da ricordare è il 5 dicembre, termine ultimo per presentare le Diagnosi energetiche obbligatorie per le grandi imprese e gli energivori. Sono stati pubblicate le FAQ con i chiarimenti di MiSE ed ENEA per l’applicazione dell’obbligo, che viene visto come un’opportunità da tutto il settore (come è emerso dagli interventi dal mondo bancario), ma preoccupa il ritardo delle aziende: a un paio di settimane dalla deadline solo qualche centinaio ha presentato la diagnosi, su una platea di diverse migliaia di obbligati.
- Sempre in tema diagnosi energetiche ci sono misure per promuoverle nelle PMI (che non sono obbligate): a questo scopo sono disponibili 15 milioni di euro annui; il bando per la presentazione dei programmi regionali di cofinanziamento è scaduto il 31 ottobre, ma solo 15 Regioni hanno presentato i programmi.
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